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La sicurezza sul lavoro comincia dalla scuola #finsubito prestito immediato


“Partecipazione” è la parola chiave del convegno che si è tenuto questa mattina nell’Auditorium della CISL di Brescia dedicato ad approfondire le questioni legate alla proposta di modifica dell’articolo 3 della legge n.92 per “l’introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica”.

Una parola che era già nel titolo dell’appuntamento – “Educare alla prevenzione e partecipazione – La sicurezza sul lavoro passa prima dalla scuola” – ma che attraverso il contributo dei relatori ha assunto specifico rilievo.

 

Reboni (CISL Brescia): Dobbiamo lavorare insieme

Ad introdurre i lavori della mattinata è stato Paolo Reboni che nella Segreteria provinciale della CISL segue più da vicino le politiche per la sicurezza sul lavoro: “Chiediamo a parti datoriali ed istituzioni di lavorare insieme, investendo in prevenzione, per evitare tragedie, dolore e sofferenza alle persone, drammatici costi umani che non hanno quantificazione. Senza dimenticare i risvolti economici degli infortuni che hanno costi diretti e indiretti, per aziende e istituzioni. 

Chiediamo alla politica di mettersi al servizio del bene comune. E chiediamo al sistema Brescia di dare attuazione al Protocollo provinciale per la sicurezza sul lavoro sottoscritto il 30 gennaio del 2023
”.

 

Dentro le scuole si può e si deve parlare di sicurezza

“Per quanto ci riguarda non siamo stati e non staremo con le mani in mano. – ha continuato Reboni – Senza porci obiettivi salvifici, ma puntando a lasciare agli studenti, i futuri protagonisti del mondo del lavoro, un ricordo utile a favorire una riflessione, un giusto pensiero critico, una voglia di attenzione sul tema della prevenzione, dallo scorso mese di maggio stiamo portando nelle scuole superiori di città e provincia l’installazione IO ERO – memorie di vite spezzate. Alla fine del percorso, nell’aprile del 2025, avremo toccato 25 istituti superiori e due Facoltà universitarie; abbiamo calcolato che l’installazione sarà visitata complessivamente da 27.000 studenti”.

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Treccani (CISL Scuola): Occorre un piano di formazione per i docenti

Si potrebbe dire che con questa iniziativa CISL Brescia anticipa e concretizza la proposta di modifica dell’articolo 3 della legge n.92. Sul tema è intervenuta Luisa Treccani, segretario provinciale di CISL Scuola: “Questa scelta permette di affrontare l’argomento della sicurezza come parte di una formazione civica completa e di collegare gli aspetti teorici a esperienze concrete, valorizzando la scuola come spazio di apprendimento anche per competenze pratiche, utili nel mondo del lavoro. Affinché funzioni si dovrebbe però prevedere un piano di formazione per i docenti, il supporto di materiali didattici specifici, una stretta collaborazione tra scuola e aziende per garantire agli studenti esperienze di apprendimento autentiche e coerenti. In questo modo la scuola può formare cittadini e lavoratori responsabili, ottimizzando il tempo scolastico senza aumentare il carico dei docenti”.

 

Rizzetto (presidente Commissione Lavoro della Camera):
Già prima della fine d’anno la proposta potrebbe concludere il suo iter parlamentare

Il momento centrale del convegno è stato un confronto a più voci sul tema in discussione, aperto da Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro della Camera: “Entro fine anno – ha affermato – dovrebbe concludersi positivamente l’iter procedurale della modifica per incardinare la sicurezza sul lavoro nell’insegnamento dell’Educazione Civica. Stiamo lavorando anche ai contenuti, puntando sul valore delle testimonianze di lavoratori in grado di parlare ai giovani sulla base dell’esperienza, di come hanno superato l’impatto dell’infortunio e di come alla luce di ciò che hanno vissuto ripensano il tema della sicurezza”.

Il parlamentare ha anche parlato della necessità della partecipazione per la gestione della tecnologia a servizio della sicurezza.”Ci sono strumenti di assistenza, di controllo e di verifica che per essere introdotti nelle aziende hanno bisogno della condivisione del sindacato. Purtroppo c’è una parte del sindacato che neanche vuole discutere del tema, e questo è purtroppo indicativo della distanza che corre tra le parole e i fatti in tema di prevenzione per la sicurezza”.

 

Zini (Confindustria): Sanzionare chi certifica percorsi di sicurezza inesistenti

Anche Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia, ha sostenuto che la sicurezza non può essere un tema conflittuale, che servono percorsi condivisi sul territorio sia per agire con maggiore convinzione nella formazione che per contrastare e mettere fuori gioco quelle realtà che certificano percorsi formativi privi di reali contenuti e utilità per i lavoratori. L’industriale ha anche parlato della presenza ancora troppo esigua delle donne nel mondo del lavoro e dunque anche nei percorsi sulla sicurezza, mentre c’è assoluto bisogno del loro sguardo e della loro sensibilità nell’affrontare il problema.

 

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Deldossi (Ance): La bilateralità al servizio della sicurezza

Per Massimo Angelo Deldossi, presidente provinciale dell’Ance, se si vuole alzare il livello di impegno sulla sicurezza bisogna abbandonare le contrapposizioni, che non portano da nessuna parte. Ha poi messo in luce l’esperienza importantissima della bilateralità per la formazione alla sicurezza: “Una vera sfida, anche in ragione della molteplicità di provenienza dei lavoratori delle costruzioni e della necessità non solo di farsi capire ma anche delle sensibilità diverse di cui sono portatori. Il nostro impegno è assoluto, tanto che abbiamo preparato traduzioni in sei lingue di tutte le informazioni di base”.

 

Girelli (Commissione Affari Sociali della Camera):
Superare la logica della contrapposizione a priori

Gian Antonio Girelli, che alla Camera dei Deputati è componente della Commissione Affari Sociali, ha rimarcato come solo una volontà comune tra tutti gli attori in campo, dalla politica all’impresa, dalle istituzioni al sindacato, può generare quei risultati che tutti riteniamo necessari per tutelare la salute e la sicurezza di chi lavora. “Su argomenti così trasversali com’è quello della sicurezza sul lavoro – ha sottolineato – maggioranza e minoranza devono saper uscire dalla logica della contrapposizione a priori, facendo spazio a quel confronto costruttivo e rispettoso che troppo spesso viene sacrificato in nome delle appartenenze di partito e di schieramento”.

 

Pluda (segretario generale CSL Brescia): Lavorare affinché nessuno
debba più sentirsi in pericolo sul proprio luogo di lavoro

“La sicurezza – ha concluso il segretario provinciale della CISL Alberto Pluda – non è, come dimostrato, solo questione di norme, ma di un clima generale che deve fare un salto di qualità in termini di consapevolezza del problema, di sensibilità collettiva, e sì, di partecipazione. Dal lancio della campagna nazionale della CISL sulla sicurezza caratterizzata dallo slogan ‘Fermiamo la scia di sangue’, a Brescia abbiamo dato vita ad una assemblea provinciale con centinaia di delegati, abbiamo realizzato l’installazione che sta girando nelle scuole, abbiamo condotto un’indagine a livello provinciale tra i nostri iscritti per indirizzare con più incisività le nostre iniziative. Non possiamo dimenticare che gli eccessivi ritmi di lavoro (quasi il 40%) e la distrazione (oltre il 33%) sono stati indicati come i fattori che maggiormente incidono sulla possibilità di infortunarsi. Un lavoratore su cinque si sente spesso in pericolo sul proprio luogo di lavoro, anche in contesti che generalmente non si immaginano a rischio, mentre quasi la metà dei lavoratori occupati nelle fabbriche segnala la non corretta manutenzione degli ambienti e delle attrezzature. Stiamo lavorando e continueremo a lavorare per la sicurezza, convinti che siano queste le risposte da dare e non scioperi di bandiera che non cambiano la realtà di una virgola. La sicurezza sul lavoro non può e non deve diventare argomento strumentale. La CISL continuerà a lavorare affinché nessuno debba più sentirsi in pericolo sul proprio luogo di lavoro”.



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