Presentato nell’aula magna della scuola secondaria di I grado “Spano” in via Falzarego a Cagliari il progetto “La scuole che vorrei”.
“La scuola come punto di riferimento di ogni quartiere” è stato il primo commento dell’assessora alla Pubblica Istruzione, supporto allo studio e alla conoscenza del Comune di Cagliari, Giulia Andreozzi che ha partecipato all’incontro con le istituzioni scolastiche e la stampa.
“Il nostro proposito, come Amministrazione comunale, è quello – ha proseguito l’assessora Andreozzi – di andare verso una scuola che sia punto di riferimento per ogni quartiere”.
“La scuola che vorrei” è un progetto selezionato da “Con i bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Nasce in risposta al bando “Vicini di scuola” che ha come obiettivo quello di contrastare il fenomeno dell’isolamento scolastico, inteso come “grado elevato di concentrazione, superiore a una certa soglia critica, di studenti appartenenti a un medesimo gruppo sociale o etnico e frequentanti la medesima scuola”.
L’assessora ha spiegato come in ogni rione sia fondamentale “avere una scuola attiva, aperta a tutte e a tutti oltre l’orario scolastico, in grado di fornire servizi non solo a chi la frequenta ma a tutti gli abitanti, così da trasformarsi in un vero e proprio centro di aggregazione sociale”.
Per fare questo, ha poi aggiunto, “è necessario continuare a sviluppare una sinergia tra l’ente locale e l’istituzione scolastica, che deve farsi parte attiva nella promozione di progettualità come quella a cui stiamo assistendo oggi, con l’immancabile supporto del terzo settore, capace di attrarre reti di finanziamento non altrimenti raggiungibili”.
Hanno partecipato all’incontro, moderato dalla giornalista Marinella Arcidano, anche Orsola Apice, garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per la Città Metropolitana di Cagliari, Emanuela Melis, vicepreside dell’IC “Satta-Spano-De Amicis”, il coordinatore del progetto Andrea Onnis, i referenti Nicola Cogoni e Maria Assunta Scanu, insieme a Dimitri Pibiri, presidente della cooperativa sociale La Clessidra, capofila del progetto.
“Il progetto si rivolge ad alunni, insegnanti, famiglie, a tutte e tutti gli operatori, ma ci piace pensare che sia rivolto in generale alla cittadinanza, al fine di creare insieme la sintesi giusta affinché la scuola non diventi una scuola “ghetto” ma orientata al territorio, e ricca di contenuti educativi”, ha commentato Andrea Onnis. “Tutto ciò anche per aiutare le famiglie a superare il gap che le porta a pensare che l’offerta formativa e culturale di altre scuole sia migliore”.
“Vista l’alta concentrazione di stranieri, la scuola si prestava particolarmente al progetto, il cui focus era appunto la prevenzione della segregazione scolastica. L’obiettivo è stato da subito quello di utilizzare i linguaggi del teatro e della musica, che sono universali e tendono a unire di fronte alle diversità, per costruire un contesto scolastico inclusivo”, ha evidenziato Dimitri Pibiri, aggiungendo: “È un’iniziativa di largo respiro e di lunga durata, i cui risultati dovranno essere monitorati e valutati nel tempo, perché sappiamo che i cambiamenti lo richiedono. Di questo, infatti, si occuperà l’Università Cattolica del Sacro Cuore, con cui collaboriamo”, ha concluso Pibiri.
“La partecipazione di tanti alunni e famiglie stranieri ha confermato quella che da anni è la linea del nostro istituto, e cioè l’inclusione multiculturale”, ha infine dichiarato il maestro Nicola Cogoni, referente del progetto nell’anno scolastico 2023/2024.
Tra i partner dell’iniziativa anche la compagnia teatrale Cada Die Teatro, Efys, il Centro Sportivo Italiano e la cooperativa As.Ge.Sa.; ciascuno di questi portatore di stimoli di crescita differenti nei giovani coinvolti in attività integrate, alcune già realizzate, come i laboratori radiofonico, di esplorazione fotografica e di musica rap, o il campo estivo, svoltosi la scorsa estate, e tante altre ancora da realizzare.
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