A causa delle minori risorse stanziate per il bonus acqua potabile il credito d’imposta effettivamente fruibile per le spese 2023 da parte degli aventi diritto è stato del 6,45% invece che del 50% atteso. Appena una goccia…
giovedì 23 maggio 2024
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Franco Metta
fonte Shutterstock
Coloro che hanno richiesto entro il 28 febbraio scorso il bonus acqua potabile per le spese sostenute nel 2023 “per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e addizione di anidride carbonica alimentare, finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti” hanno ottenuto, direttamente nel loro cassetto fiscale, un credito d’imposta di appena il 6,45% invece dell’atteso 50%. Lo ha reso noto l’Agenzia delle Entrate attraverso il provvedimento Prot. n. 151739/2024.
La coperta corta
Da un punto di vista puramente teorico il bonus acqua potabile per il 2023 era rimasto lo stesso del biennio 2021-22, quando l’agevolazione era stata introdotta. Ovvero prevedeva un credito di imposta del 50% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti.
L’importo massimo delle spese su cui calcolare l’agevolazione era fissato a 1.000 euro per ciascun immobile, per le persone fisiche e 5.000 euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali. Tutto questo nel migliore degli scenari però. Perché a differenza degli anni passati, sono stati stanziate risorse con un tetto massimo di spesa di 1,5 milioni di euro rispetto ai 5 milioni degli anni precedenti.
L’ammontare complessivo dei crediti d’imposta richiesti in base alle comunicazioni validamente presentate è risultato pari a 23,2 milioni di euro. Il bonus fiscale quindi è stato ridotto in modo proporzionale per tutti gli aventi diritto, scendendo a conti fatti all’effettivo 6,45%.
A questo punto diventa doveroso porsi un interrogativo e fare una riflessione. Bonus così strutturati, cioè con il meccanismo della “tagliola” non sono forse come uno specchietto per le allodole? Un richiamo, un’attrattiva ingannevole, una falsa apparenza?
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