Risale ai giorni scorsi, infatti, il provvedimento di confisca eseguito dal personale della Guardia di Finanza della Tenenza della città dell’olio, coordinati sul campo dal I Gruppo di Bari, nell’ambito della costante azione di contrasto alla criminalità economico-finanziaria, ed emesso dalla terza sezione penale del Tribunale di Bari (presidente Giulia Romanazzi) su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese dopo «una complessa ed articolata attività investigativa».
Tutto è partito, anni fa, da un controllo dei militari del sottotenente Dalmazio Dimonaco che hanno ricostruito «il profilo di pericolosità sociale del soggetto» e poi individuato «gli assets patrimoniali e finanziari acquisiti illecitamente». Le risultanze investigative hanno permesso di delineare lo spessore criminale dell’uomo e di ricondurlo nell’alveo della normativa di prevenzione, «come persona stabilmente dedita a traffici illeciti e da cui ha tratto i mezzi per il proprio sostentamento».
Il 52enne, infatti, è stato destinatario di ripetute condanne e denunce per reati contro il patrimonio e autore di numerosi furti, commessi anche in associazione, rapine pluriaggravate, estorsioni e ricettazione. Nei confronti dell’uomo è stato sottoposto a vincolo un appartamento ad uso abitativo composto da cinque vani più accessori, una terrazza di proprietà esclusiva e un’area sovrastante con lastrici solari, oltre a tre depositi e ad un giardino, per un valore di oltre 450mila euro.
L’analisi svolta dai militari della Tenenza di Bitonto, dipendenti della Compagnia di Molfetta, sui flussi finanziari riconducibili al destinatario del provvedimento ha evidenziato, dal 1986 sino ad oggi, «una forte sproporzione tra i redditi dichiarati dal suo nucleo familiare e tutti i vari beni mobili e immobili nella loro effettiva disponibilità», ritenuti, pertanto, «il frutto ed il reimpiego – hanno ricostruito gli inquirenti – dei proventi delle attività illecite poste in essere» dall’uomo per 37 anni.
«Questa attività di servizio – è scritto in una nota – costituisce un’ulteriore testimonianza del costante presidio economico-finanziario assicurato dalla Guardia di Finanza, d’accordo con l’Autorità Giudiziaria, volto ad aggredire ogni forma di ricchezza illecita, a tutela dei cittadini e degli imprenditori rispettosi delle regole».
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