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SESTO AL REGHENA

Il ristorante albergo Alla Stazione, al confine fra località Casette di Cordovado e Sesto al Reghena, è al centro di una complessa vicenda con più risvolti legali. L’immobile, pignorato, va verso l’asta. Ma andiamo con ordine. La proprietaria dei muri è la società Milva srl con sede legale a Sesto al Reghena, che possiede un secondo edificio in via della Stazione 1, un impianto sportivo privato. Nel dicembre 2018 la Milva srl ha siglato e registrato da un notaio un contratto di locazione per entrambi i fabbricati con la Vme Sas di Veronese Ermanno & C.

Dalle visure camerali emerge che l’amministratore unico di Milva srl e il socio accomandatario di Vme Sas sono la stessa persona: Ermanno Veronese, 63 anni, nato e residente a Jesolo. La Banca San Biagio del Veneto orientale, in virtù di due ipoteche derivanti da un mutuo fondiario, ha avviato una procedura di esecuzione immobiliare nei confronti di Milva. Il 10 gennaio 2019 è stato trascritto il pignoramento a favore dei creditori. Il 22 maggio 2019 la Vme ha affittato alla Crea chef Italia srls di Portogruaro il solo ramo d’azienda dell’albergo e ristorante per 4 anni, con un canone annuale di 36 mila euro. Dal contratto è rimasto escluso l’affitto dell’immobile.

La gestione dello storico locale è passata così da giugno 2019 nelle mani di Loredana Silingardi, amministratore unico della società portogruarese, e del marito Nello Sciacca, lo chef. La coppia è stata al timone del rinomato ristorante Spessot a Portogruaro. Il ctu incaricato dal giudice dell’esecuzione Roberta Bolzoni di redigere la perizia, nella causa promossa dalla banca San Biagio, ha precisato agli atti che la Vme Sas ha omesso di comunicare a lui e al custode del tribunale la stipula del contratto d’affitto del ramo d’azienda e che i nuovi gestori erano all’oscuro del pignoramento.

A seguito di ulteriori verifiche il perito ha scoperto tutto e ha informato il giudice. Nell’integrazione della perizia del 15 novembre 2019, il ctu ha specificato che Veronese gli aveva fatto visitare i locali in giornata di chiusura, chiedendo di non riferire ai presenti dei suoi problemi. In una ulteriore ispezione, però, il ctu ha parlato con la coppia e ha appreso che erano i nuovi gestori e che da giugno pagavano l’affitto a Vme. Il perito ha controllato se la Vme avesse versato il canone alla banca di competenza delle “curatele fallimenti tribunali”: nessun versamento.

A febbraio il giudice Bolzoni ha dato incarico al notaio di procedere all’asta degli immobili. Poi è scoppiata l’emergenza coronavirus e la pratica è rimasta in stand by. Gli attuali gestori sono preoccupati per le sorti della loro attività, che mantiene cinque famiglie. «Aiutateci a restare qui – l’appello di Sciacca –. Noi chiediamo solo di poter continuare a lavorare in questo locale». La Crea chef, con l’avvocato Paolo Lazzaro, ha pure depositato un esposto ai carabinieri, sottolineando che se avesse saputo del pignoramento non avrebbe mai firmato il contratto. Esposto infondato, secondo l’avvocato Daniel Polo Parise, che assiste la Vme sas.

La Vme, intanto, ha notificato a Crea chef un atto di precetto, chiedendo il pagamento degli affitti di marzo e aprile, in forza del contratto d’affitto in essere. Crea Chef, assistita dall’avvocato Paolo Montico, ha presentato opposizione, evidenziando, fra i vari motivi, oltre alle vicende pregresse, il fatto che il locale sia rimasto chiuso a causa della pandemia. Vme sas ha proceduto già ai pignoramenti, su conti correnti e presso terzi. Il 3 luglio gestori e locatore si ritroveranno dinanzi al giudice Francesco Petrucco Toffolo, che deciderà sulla richiesta di sospensiva dell’esecutorietà.

«Dal nostro punto di vista il pignoramento dell’immobile – ha replicato l’avvocato Polo Pardise – è del tutto irrilevante in questa vicenda, perché riguarda la Milva srl. L’oggetto di giudizio attuale non è il contratto di locazione dell’immobile fra Milva srl e Vme sas, ma l’affitto del ramo d’azienda fra Vme e Crea chef. Il fatto che l’immobile sia pignorato non priva Vme della titolarità di poter legittimamente pretendere i canoni dell’affitto d’azienda, perché il ramo si trova nella piena ed esclusiva disponibilità di Crea chef. Il contratto fra Milva e Vme è stato ritenuto opponibile dalla procedura esecutiva, perché stipulato anteriormente al pignoramento e per di più in forma notarile». Polo Pardise ritiene che in virtù di ciò anche dopo la vendita dell’immobile non cambierà nulla per la Vme e Crea chef: prova ne è, secondo il legale, che i gestori «non hanno ricevuto intimazioni a lasciare i locali».

Quanto all’emergenza coronavirus, il legale ha osservato che salvo accordi con la proprietà «non è prevista la sospensione del diritto di pagamento dei contratti d’affitto per il Covid 19» e che «durante l’emergenza non è stata imposta la chiusura dell’albergo». In merito alle omesse comunicazioni, il legale ha replicato che non erano necessarie.—

I.P.

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