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Spunta una proposta di modifica al DPR 380/01 che libererebbe alcune possibili piccole irregolarità ante 1977. Il testo dell’emendamento se dovesse essere approvato in via definitiva con la conversione in legge del “Decreto Anticipi”, potrebbe produrre una sorta di “sanatoria automatica” per certe difformità, mettendo la parla fine con altre irregolarità edilizie del passato. In questa ipotesi non rientrano, invece, le irregolarità compiute dopo il 30 gennaio 1977.

I retroscena: la “mini-sanatoria” anticipata dal Ministro Salvini

All’orizzonte si profila un nuovo condono edilizio? Tutto è partito da una dichiarazione del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che in occasione di un convegno disse: “ci sono alcune centinaia di migliaia di piccole irregolarità architettoniche, edilizie e urbanistiche che stanno intasando gli uffici tecnici dei comuni di mezza Italia? Ma precisa “non c’è nessun condono di ville, villette, zone sismiche, se ti sei fatto la casa sulla spiaggia, ti mando la ruspa e te la abbatto”. Insomma, Salvini con le sue dichiarazioni, ha tracciato il perimetro del suo intervento solo a “difformità non essenziali”, precisando che “il condono proposto riguarda piccole irregolarità ma non ciò che è realizzato irregolarmente in zone a rischio dissesto idrogeologico.” 

Dal punto di vista strettamente statistico se l’intento è quello di “fare cassa”, secondo l’Ufficio studi della CGIA, “negli ultimi 50 anni la politica dei condoni adottata nel nostro Paese ha consentito all’erario di incassare complessivamente 148,1 miliardi di euro. La sanatoria fiscale del 2003 è stata quella più “redditizia” per le casse dello Stato: in 6 anni sono stati “recuperati” 28 miliardi di euro. Seguono il condono tombale introdotto nel 1991 che fino al 1994 ha garantito 10,4 miliardi e il concordato/sanatoria delle scritture contabili istituito nel 1995 che fino al 2000 ha assicurato 8,4 miliardi di euro di gettito”. Che sia una velata ipotesi di “mini-sanatoria” anticipata da Salvini qualche settimana fa? 

Il contenuto dell’emendamento

L’emendamento consisterebbe (il condizionale è d’obbligo) in una modifica sostanziale della vigente definizione di Stato Legittimo presente nel comma 1-bis articolo 9-bis DPR 380/01, affiancandolo da un ulteriore comma 1-ter che apporterebbe le seguenti modifiche:

a) Il comma 1.bis è sostituito dal seguente: «1-bis. Lo stato legittimo dell’immobile o dell’unità immobiliare è quello stabilito dal titolo abilitativo che ne ha previsto la costruzione o che ne ha legittimato la stessa e da quello che ha disciplinato l’ultimo intervento edilizio che ha interessato l’intero immobile o unità immobiliare, integrati con gli eventuali titoli successivi che hanno abilitato interventi parziali. Per gli immobili risalenti ad epoca anteriore al 30 gennaio 1977 lo stato legittimo coincide con lo stato dei luoghi accertato in sopralluogo o ispezione da parte di funzionari comunali incaricati prima dell’avvenuto rilascio del certificato di agibilità. Per gli immobili realizzati in un’epoca nella quale non era obbligatorio acquisire il titolo abilitativo edilizio o per gli immobili per i quali era necessario acquisire il titolo abilitativo edilizio ma l’amministrazione comunale non ha provveduto all’espletamento delle verifiche di agibilità, lo stato legittimo è quello desumibile dalle informazioni catastali di primo impianto.

b) Dopo il comma 1-bis è aggiunto il seguente: «1-ter. Nell’osservanza del principio di certezza delle posizioni giuridiche e di tutela dell’affidamento dei privati, non si considerano violazioni edilizie rispetto al titolo abilitativo legittimamente rilasciato le parziali difformità, realizzate in corso d’opera, cui sia seguita, previo sopralluogo o ispezione da parte di funzionari pubblici incaricati e in data anteriore al 30 gennaio 1977, la certificazione di agibilità nelle forme previste dalla legge.»

Il ricorso al condono edilizio non ha trovato terreno fertile neanche nei partiti di maggioranza. Infatti, alcuni esponenti di Forza Italia spingono sul disegno di legge sulla rigenerazione urbana presentato in Senato da Maurizio Gasparri insieme all’On. Paroli. Lo stesso Tajani a sottolineare quanto sia “importante puntare sulla rigenerazione urbana”, perché “si può vedere di inserire qualche aggiustamento per piccole cose fatte in violazione della legge. Si può sanare qualche piccolo lavoro, ma deve essere inquadrato nel campo di una strategia di rigenerazione urbana, magari anche con qualche sostegno europeo”. Insomma, Tajani insiste sulla linea della “rigenerazione urbana con una visione strategica di medio e lungo periodo, per ridurre le emissioni di Co2, per il recupero delle aree depresse”.

Non solo condoni edilizi: proroga al Superbonus?

Ma nel prossimo Decreto Anticipi, non si parla solo di condono edilizio, ma con l’intendo di recuperare le risorse economiche, sempre il ministro e vicepremier Salvini ha avanzato una proposta di nuovo sistema di saldo e stralcio che prevederebbe per chi ha debiti entro i 30mila euro di sottrarre dalla somma da pagare sanzioni e interessi, aiutando così i contribuenti in difficoltà economica a pagare solo l’importo dovuto iniziale.

Rimanendo sul tema degli immobili, risputa l’ipotesi di una proroga al Superbonus. Sono stati presentati tre emendamenti al disegno di legge di conversione del Decreto “Anticipi”, all’esame della Commissione Bilancio del Senato. Le proposte puntano a consentire che i condomìni con lavori a buon punto possano continuare ad usufruire del Superbonus al 110% o al 90% fino al 30 giugno 2024. Se la modifica non dovesse essere approvata l’aliquota del Superbonus condomìni scenderà al 70% dal 1° gennaio 2024. L’esito delle proposte non è scontato. Il governo ha più volte ribadito la sua contrarietà alla proroga.



 

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