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Entro il 2024 la Giustizia avrà fatto il salto di qualità (?), facendo recuperare al Paese almeno lo 0,5% del PIL.

La promessa è siglata all’interno del Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa, che è approdato in Parlamento, simbolicamente, il 25 aprile.

E per prima cosa, qualcosa della legislazione “emergenziale” sarà stabilizzata come le udienze da remoto e la trattazione scritta, nel processo civile. Diventa inoltre principio guida quello della sinteticità degli atti e sarà possibile fare “rinvii pregiudiziali” in Cassazione. Nel processo esecutivo, sparisce la “formula esecutiva” a vantaggio di copia attestata conforme.

giustiziaSul tema della Giustizia, oggetto di riforma “orizzontale”, gli ambiti di intervento del PNRR sono già noti (riforma del processo civile, di quello penale e la diffusione in tutti gli uffici giudiziari dell’Ufficio del processo).

Quello che invece “di nuovo” è possibile leggere nel PNRR (che oggi sarà illustrato dal premier Draghi alla Camera), sono gli interventi specifici che il Governo si accinge a presentare sotto forma di emendamenti ai disegni di legge già in Parlamento, in parte anticipati dal vice capo dell’Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, Filippo Danovi, nel corso dell’evento per la presentazione del Libro Bianco Giustizia 2030 (leggi anche La Giustizia del XXI secolo: digitale e integrata).

Da aggiungere a questi, ci sono poi alcuni interventi collegati alla più generale riforma della Pubblica amministrazione che potrebbero incidere anche sul settore giudiziario,  quali la Digitalizzazione delle grandi amministrazioni- che per la Giustizia si declina in “progettualità di data lake” (nelle premesse il PNRR parla di azioni decise per aumentare la trasparenza e la prevedibilità degli esiti giudiziarie agire sulla lentezza dei processi, che oggi impiegano 500 giorni per arrivare alla sentenza definitiva in civile); e la efficienza della edilizia giudiziaria per 48 palazzi di Giustizia, giungendo entro il 2026 alla riduzione di 2,4KT di CO2/anno.

Le commissioni ministeriali al lavoro

La commissione Luiso (per la riforma del processo civile) ha terminato i lavori e le sue proposte saranno oggetto di proposte emendative al disegno di legge Bonafede, all’esame del Senato ( AS 1662).

Anche la commissione sul processo penale ha terminato i lavori e sta per presentare gli emendamenti al disegno di legge Bonafede, all’esame della Camera (AC 2435).

È stata istituita -sappiamo già- una commissione paritetica Giustizia-Economia per la riforma della Giustizia Tributaria. Stando a quello che si legge nel PNRR, l’intervento parrebbe limitato al grado di Cassazione e alla creazione di una banca dati per la circolarità delle info giurisprudenziali secondo un progetto già annunciato dal Consiglio di presidenza della Giustizia Tributaria.

Danovi ha anche annunciato la istituzione di una commissione ministeriale per la riforma della magistratura onoraria, di cui però il PNRR non parla.

L’impatto positivo sul sistema Italia

Il Pnrr calcola che, a partire dal 2024, queste riforme produrranno un miglioramento della produttività totale dei fattori (TFP) dello 0,5%; in linea con quanto misurato dalla Banca d’Italia, a fronte di una riduzione della durata dei processi del 15% (avvenuta tra il 2008-2016).

Per quanto riguarda la risorse, ricordiamo che nelle Tabelle allegate sono allocati 2,34 miliardi di euro per la innovazione organizzative del sistema giudiziario e 0,61 milioni per la digitalizzazione delle Grandi amministrazioni e di 0,62 per la cybersecurity.

Riforme giustizia, tavola 4.11 (MEF-DT)

L’Ufficio del Processo e l’attestazione di lodevole servizio

Da segnalare la previsione, a fronte di una persistente precarietà delle assunzioni che saranno ancora  a tempo determinato, di un sistema di valorizzazione dell’”attestazione di lodevole servizio”, che sarà titolo di preferenza nei concorsi nella PA, garantirà l’accesso al concorso in magistratura, conferirà punteggio aggiuntivo nei concorsi della amministrazione giudiziaria. Il meccanismo di assunzione sarà semplificato, tramite concorsi pubblici per titoli.

Operatività prevista: gennaio 2022.

Tre dorsali di intervento nel processo civile: potenziamento delle ADR/1

L’arbitrato sarà assimilato compiutamente alla giurisdizione, con obblighi di disclosure per garantire imparzialità e conferimento di poteri cautelari agli arbitri. La negoziazione assistita estenderà l’area di applicabilità in materia di famiglia, oltre le separazioni e divorzi.

Numerose le modifiche alle mediazione: incentivi fiscali ed economici, misure di favore in materia di spese giudiziarie, ampliamento delle materie, rafforzamento del rapporto tra mediazione e giurisdizione.

Percorso: legge delega entro settembre 2021; decreti attuativi settembre 2021; impatto sui processi a partire da fine 2024.

Tre dorsali di intervento nel processo civile: processo di cognizione/2

Sarà oggetto di un intervento “selettivo” nelle aree a maggiore disfunzione, con la estensione di modelli già sperimentati con successo: valorizzazione del calendario del processo; escussione di testimoni fuori circoscrizione con collegamenti da remoto; premi e sanzioni a supporto del principio di legale collaborazione tra giudice e parti; principio di sinteticità degli atti effettivo; stabilizzazione di udienza da remoto e udienza con trattazione scritta.

Quanto alle impugnazioni: ancora filtro all’ammissibilità dell’appello; possibilità di delegare ad un consigliere sia la gestione delle udienze che l’eventuale assunzione di nuove prove.

In Cassazione: principi di sinteticità e autosufficienza degli atti; tentativo di ridurre e rendere omogenee le modalità del procedimento; semplificazione della decisione mediante decisioni in camera di consiglio.

“Importante innovazione” quella del rinvio pregiudiziale in Corte di Cassazione per la risoluzione (anticipata e in funzione nomofilattica) di questioni di puro diritto che siano nuove, suscettibili di ampia applicazione, di particolare importanza e con gravi difficoltà interpretative.

Percorso: legge delega entro settembre 2021; decreti attuativi settembre 2021; impatto sui processi a partire da fine 2024.

Tre dorsali di intervento nel processo civile: processo esecutivo/3

Obiettivo è renderlo più certo e spedito. Gli interventi annunciati sono: abrogazione di norme e leggi che si riferiscono alla formula esecutiva e alla spedizione in forma esecutiva e avvio dell’esecuzione mediante una semplice copia attestata conforme all’originale; nelle esecuzioni immobiliare, si prevede una generale riduzione dei termini per il deposito della certificazione ipocatastale, per guadagnare nella fase introduttiva almeno 60 giorni; viene potenziato lo strumento della delega estendendolo anche ai settori finora rimasti appannaggio del giudice dell’esecuzione (ad es. la fase distributiva) con meccanismo di controllo sul delegato, con precise scadenze temporali, onde velocizzare la fase liquidatoria; norme in materia di custodia e di liberazione dell’immobile ( obbligatoria se è abitato dall’esecutato e dal suo nucleo familiare ovvero occupato da soggetto privo di titolo opponibile alla procedura al più tardi nel momento in cui pronuncia l’ordinanza con cui è autorizzata la vendita o sono delegate le relative operazioni); si introduce il meccanismo della cosiddetta vente privée (vendita diretta del bene pignorato da parte del debitore) che, con i necessari accorgimenti, può favorire una liquidazione “virtuosa” e rapida attraverso la collaborazione del debitore; si introducono semplificazioni procedurali nell’espropriazione presso terzi; si interviene sulle misure di coercizione indiretta (c.d. astreintes), attribuendo tra l’altro anche al giudice dell’esecuzione il potere di imporre l’astreinte, misura particolarmente utile ove vengano in rilievo titoli esecutivi diversi da un provvedimento di condanna o nel caso in cui la misura di coercizione indiretta non sia stata richiesta al giudice della cognizione.

Percorso: legge delega entro settembre 2021; decreti attuativi settembre 2021; impatto sui processi a partire da fine 2024.

Processo penale

Tenuto conto di quanto contenuto nei disegni di legge già presentati all’esame del Parlamento, il Governo punta a: semplificare e razionalizzare il sistema degli atti processuali e delle notificazioni; scansioni temporali più certe e stringenti, con riferimento in particolare alla raccolta degli elementi di prova e alle conseguenti determinazioni concernenti l’azione penale, nella fase delle indagini e dell’udienza preliminare; ampliare ricorso ai riti alternativi e l’incentivazione dei benefici; predisporre regimi volti a garantire maggiore selettività nell’esercizio dell’azione penale e nell’accesso al dibattimento, tanto in primo grado quanto in fase di gravame; garantire al dibattimento di primo grado maggiore scorrevolezza; migliorare l’accesso, snellire le forme e ridurre i tempi di durata del giudizio di appello, che rappresenta una fase particolarmente critica, in specie per la prescrizione del reato: i difensori dovranno avere uno specifico mandato ad impugnare perché l’appello sia ammissibile.

Infine, la riforma dell’ordinamento giudiziario.

Le riforme abilitanti: semplificare la legislazione

Ulteriore tassello che val la pena di segnalare la semplificazione della legislazione. “L’eccesso di leggi e la loro scarsa chiarezza ostacolano la vita dei cittadini e frenano le iniziative economiche. La semplificazione della legislazione è intervento riformatore essenziale per favorire la crescita del Paese e supporta trasversalmente tutte e sei le missioni del PNRR”.

Gli interventi di semplificazione più urgenti, a partire da quelli strumentali alla realizzazione dei progetti finanziati nell’ambito del PNRR, saranno adottati attraverso un decreto-legge che sarà approvato dal Consiglio dei Ministri entro la prima settimana di maggio e convertito in Legge entro metà luglio. Gli altri interventi saranno realizzati attraverso leggi ordinarie, leggi di delegazione legislativa e relativi decreti delegati, da approvare entro il 2021.

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