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Chiesta l’archiviazione dell’inchiesta che accusa di violenza sessuale e di lesioni, e che fece finire agli arresti domiciliari, il regista canadese premio Oscar, Paul Haggis, 71 anni, durante la sua permanenza ad Ostuni a giugno di due anni fa per partecipare all’Allora Fest. Il procuratore aggiunto Antonio Negro e la sostituta Livia Orlando hanno ritenuto di non avere raccolto fatti e circostanze per sostenere le accuse in un processo.

In altri termini un anno e mezzo di indagini non hanno stato scalfito il quadro indiziario delineato prima dall’ordinanza della giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Vilma Gilli, e poi dal Tribunale del Riesame di Lecce, sui rapporti consensuali avuti dal regista con una ragazza londinese oggi 30enne che lo denunciò prima alla polizia di Frontiera dell’aeroporto del Salento e poi negli uffici della Squadra mobile sostenendo di essere stata violentata. La denunciante potrà eventualmente presentare opposizione alla richiesta di archiviazione e in questo caso sarà fissata una camera di consiglio per discutere le posizioni diverse, questa volta la Procura di Brindisi a sostenere la posizione di Haggis con l’avvocato difensore Michele Laforgia, anche alla luce dei nuovi elementi che annullarono i domiciliari dopo 16 giorni trascorsi dal regista prima in una masseria di Ostuni e poi in una residenza di Mesagne.

L’ultima parola di un organismo terzo, quella della terna dei giudici del Riesame di Lecce quando respinse l’appello presentato dalla Procura di Brindisi per chiedere di annullare la decisione della gip Gilli di revocare i domiciliari ad Haggis all’esito dell’incidente probatorio (adottato per pericolo di disperdere la prova, ha la valenza dell’esame del testimone nel processo) del 29 giugno 2022 della denunciante: quella decisione non è stata impugnata in Cassazione. 

Cosa successe

L’ordinanza del Riesame sembrava avere delineato i contorni di questa vicenda che non mancò, anche questa, di finire strumentalizzata dalla politica. Analizzando lo scambio di messaggi fra il regista e la donna, i giudici giunsero a queste conclusioni: «Rivela con chiarezza un corteggiamento che la donna rivolge al regista al fine di incontrarlo e passare alcuni giorni in sua compagnia, probabilmente per instaurare una relazione personale, più che professionale, tanto che decide di condividere la medesima camera e, dunque, lo stesso letto». Secondo i giudici la donna aveva l’obiettivo di allacciare una relazione con Haggis, sia per il suo prestigio che immaginando la disponibilità di un patrimonio finanziario non comune: «Personalità volitiva e determinata», il giudizio cautelare sulla denunciante.

Furono inoltre riportati alcuni stralci di una conversazione avuta con un’amica, ritenuti significativi in quel contesto: «Le due parlano di ricerca di partner economicamente “forti”, tanto da garantire loro un adeguato benessere che sarebbe ricompensato dalla disponibilità sessuale». Per tre giorni violentata prima in un B&B e poi in un albergo dal premio Nobel ospite ad Ostuni? «Mal si concilia con la descrizione della vittima quale donna debole e soggiogata dalla personalità dell’indagato», ancora un passaggio dell’ordinanza del Riesame di Lecce che entrò poi nel merito dei fatti emersi nelle indagini della Procura e nelle indagini difensive: «Il racconto della ragazza non solo ha confermato l’assenza di contegni violenti costrittivi da parte dell’indagato al fine di consumare gli atti sessuali, ma ha rivelato una complessa vicenda che sfuma l’originario giudizio espresso nella ordinanza. Le modalità d’incontro con l’indagato e la spontanea permanenza presso la sede dell’indagato anche successivamente agli abusi, i momenti di convivialità tra loro durante le giornate e le modalità di commiato adottate».

Assistita dall’avvocato Claudio Strata, la 30enne londinese valuterà ora se presentare opposizione alla richiesta di archiviazione.

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