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Una seduta della commissione pubblica istruzione analizzerà la situazione della scuola media “Pietrobono” di via Puccini, che rischia di finire all’asta. L’organismo consiliare competente, su specifica richiesta del capogruppo del Partito democratico, Angelo Pizzutelli, è stato convocato, per questa mattina alle 9, nella sede comunale di piazza VI dicembre, dal presidente Cinzia Fabrizi (la commissione è composta dal presidente Fabrizi e dai consiglieri Angelo Pizzutelli, Pasquale Cirillo, Vincenzo Iacovissi e Mario Grieco).

Nella seduta è prevista la presenza anche dell’assessore alla pubblica istruzione, Valentina Sementilli, che relazionerà sullo stato dell’arte e sui possibili scenari del prossimo futuro.

La situazione
In ogni caso, in base allo sviluppo degli eventi degli ultimi giorni, il Comune di Frosinone ha tempo fino al 10 maggio per decidere cosa fare nella vicenda della “Pietrobono”. Entro il termine fissato dal giudice dell’esecuzione del Tribunale del capoluogo, Simona Di Nicola, infatti, l’ente di via del Plebiscito dovrà esprimersi sull’opzione di pagare o meno il canone di locazione di 9.300 euro mensili sull’immobile che ospita la scuola e sul terreno su cui è costruito.

Qualora il Comune non dovesse procedere in questo senso, la curatela fallimentare, proprietaria del terreno su cui sorge la scuola, chiederà lo sgombero dell’immobile per un’occupazione sine titulo. Intanto, il giudice ha conferito incarico a un consulente tecnico d’ufficio di procedere a una stima del fabbricato e del terreno su cui si trova per la successiva vendita all’asta degli immobili.

Tutti scenari maturati successivamente alla decisione del Tribunale che, nei giorni scorsi, ha rigettato l’istanza del Comune di sospensione della procedura esecutiva su una serie di beni tra cui rientravano anche il terreno su cui è costruita la scuola e la scuola stessa. Da una perizia di un consulente tecnico, in corso di causa, è emerso che l’area sulla quale è stata edificata la “Pietrobono” era di proprietà di un debitore esecutato.

La storia
Con decreto prefettizio del 26 maggio 1970, il Comune di Frosinone era stato autorizzato, ad occupare in via immediata e temporanea per un periodo non superiore a due anni, l’area di sedime per la costruzione dell’edificio scolastico. L’espropriato all’epoca e oggi debitore esecutato, non aveva accettato l’indennità offerta ed aveva adito le vie legali, facendo causa al Comune e in seguito promuovendo esecuzione forzata per la riscossione coattiva dell’indennizzo.

Il Tribunale di Frosinone aveva disposto, sulla base di una consulenza tecnica d’ufficio, un indennizzo all’espropriato ed il Comune di Frosinone con verbale di Giunta dell’ 8 marzo 1982 aveva deliberato che la somma da corrispondere fosse di 38.440.880 lire, così come calcolata ed indicata nell’atto di pignoramento immobiliare.
Ad oggi il Comune non ha perfezionato l’iter amministrativo con atto pubblico e, di conseguenza, non è stata eseguita la trascrizione del titolo.

Il giudice non ha accolto neanche la tesi del Comune per la quale sarebbe maturata, in ogni caso, l’usucapione dell’immobile.
«Quanto alla dedotta usucapione ventennale del diritto di proprietà sui beni che occupano – ha scritto il giudice dell’esecuzione nel suo recente provvedimento – va rammentato che la giurisprudenza di legittimità ha affermato il principio secondo cui, quale che sia la sua forma di manifestazione (occupazione usurpativa, occupazione acquisitiva o appropriativa, vie di fatto), la condotta illecita dell’amministrazione incidente sul diritto di proprietà non può comportare l’acquisizione del fondo».

La possibile via d’uscita
Per cercare di uscire dal vicolo cieco in cui si trova, il Comune di Frosinone, oltre a poter pagare il canone di locazione o a provare a ricomprare all’asta l’immobile che ha costruito con risorse proprie, starebbe valutando, anche per bloccare la procedura di vendita all’asta, l’ipotesi di un’acquisizione sanante, una procedura espropriativa “eccezionale” che rappresenta, a determinate condizioni, la soluzione legale per l’amministrazione che abbia realizzato un’opera pubblica su un terreno di proprietà privata in assenza di un valido ed efficace provvedimento di esproprio o di dichiarazione della pubblica utilità, per acquisire il bene immobile al proprio patrimonio indisponibile, corrispondendo al proprietario un indennizzo per il pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale, nella misura stabilita dalla legge.

L’acquisizione, quindi, di un bene utilizzato senza titolo per scopi di interesse pubblico persegue la finalità di regolarizzare le conseguenze di procedure ablatorie illegittime o di comportamenti illeciti della pubblica amministrazione in ambito espropriativo.

Una procedura complessa, non immediata, che richiede l’uso di una parte consistente di risorse economiche.
L’ente è, comunque, impegnato nello studiare una strategia che porti il Comune ad esporre valide ragioni anche in vista dell’udienza di merito fissata per il 31 maggio e a pensare anche a come affrontare eventuali immediate richieste da parte della curatela fallimentare proprietaria del terreno su cui sorge la scuola e che potrebbe arrivare a intimare lo sgombero dell’immobile per un’occupazione sine titulo in mancanza del pagamento di un canone di locazione per il godimento del bene, già stimato in 9.300 euro mensili.

Le reazioni
Nei giorni scorsi, l’assessore Valentina Sementilli a “Ciociaria Oggi” ha detto che «la scuola media “Pietrobono” non chiuderà. Come amministratore di questa città e anche come genitore voglio rassicurare alunni, genitori e famiglie: l’anno scolastico si concluderà tranquillamente e, per il futuro, l’amministrazione comunale si sta già muovendo per trovare una soluzione a un problema che arriva dal passato. Non ci vogliamo nascondere. È una situazione complicata, che stiamo cercando di gestire al meglio. Gli alunni e le loro famiglie devono stare tranquilli perché la chiusura dell’anno scolastico non prevederà scossoni di alcun tipo».
«L’avvocatura comunale – ha concluso l’assessore Sementilli – sta studiando le contromisure. Riteniamo che ci siano ancora delle valide ragioni da sostenere. In ogni caso l’ente si farà valere».

Al di là di tutte le prese di posizioni, ora, però, c’è da trovare una risposta efficace entro il 10 maggio per evitare l’attivazione delle procedure di sgombero degli alunni.

 

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