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Elezioni politiche 2022 – Non più solo «Dio, patria e famiglia» – «il più bel manifesto d’amore» a detta di Giorgia Meloni – ma anche scuola, natalità, Pnrr, fisco, lavoro, sanità, Made in Italy, ambiente, energia trasporti e le immancabili riforme. Sono 25 le priorità con cui «risollevare l’Italia» individuate da Fratelli d’Italia nel programma pubblicato ieri. Quaranta pagine dense, «un piano di volo» per dirlo con le parole di Meloni e i suoi. «In un piano di volo si individua una meta, si traccia la rotta e si prepara la partenza. È così che  prende forma ogni viaggio – si legge nell’incipit – Proprio come un programma di governo».

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LA SCUOLA

All’interno diverse misure prioritarie («l’immediata costituzione di un’unità di crisi su energia e caro bollette» e un «mirato aggiornamento del Pnrr alla luce dell’aumento dei prezzi delle materie prime»), proposte simbolo del partito (come l’abolizione del reddito di cittadinanza o la pace fiscale) e alcune novità. Sull’istruzione ad esempio, trova spazio quel liceo del Made in Italy annunciato sul palco del Meeting di Rimini e concepito «Per dare qualità e prestigio al contesto lavorativo e culturale del “Marchio Italia”, formando gli studenti sia dal punto di vista della conoscenza della produzione italiana di alto livello sia della promozione delle attività di business orientate verso il mercato estero». Restando sul fronte della scuola, accanto ai motti «più inglese» e «più indirizzi di studio abilitanti», torna in auge l’idea di «ridurre di un anno il percorso di studio scolastico» per consentire «ai giovani italiani di diplomarsi a 17-18 anni». Un vecchio pallino della politica nostrana che però ha sempre fallito nel centrarlo sul serio (per ultimo il ministro Patrizio Bianchi, che ha visto rigettare dal Consiglio superiore della pubblica istruzione la sua richiesta di estendere a 1000 scuole la sperimentazione in corso già dal 2017 in un centinaio istituti). La scuola del resto è uno degli argomenti principe di questa campagna elettorale, ieri finita alla ribalta quando Meloni stessa – in un ragionamento più articolato sul ruolo dei sindacati – ha attaccato i professori («Io sogno una nazione nella quale tu per essere un buon docente non devi avere la tessera della Cgil») scatenando le reazioni del mondo dell’istruzione e costringendo la leader ad un mezzo passo indietro dal palco elettorale di Termoli: «La citazione era solo una semplificazione. Vorrà dire che useremo altri esempi».
Non solo. Ieri le commissioni Bilancio e Finanze del Senato riunite per l’esame del Dl Aiuti bis hanno deciso di abrogare la cosiddetta norma sul docente esperto proposta dal governo – tra le rimostranze dei sindacati – per valorizzare il merito dei professori. Uno stralcio proposto da LeU ma avallato praticamente da tutti (Pd, M5s, Lega e, appunto, FdI). 

Tornando al testo di Fratelli d’Italia, è interessante notare come il primo punto sia il sostegno alla natalità e alla famiglia. Come? Attraverso «la progressiva introduzione del quoziente familiare, cioè di un sistema di tassazione che tenga conto del numero dei componenti del nucleo familiare». Una misura da circa 6 miliardi secondo le stime di FdI. Ed ancora: «L’aumento degli importi per l’assegno unico e universale: fino a 300 euro al mese per il primo anno di ogni figlio, fino a 260 euro dal secondo anno di vita fino ai 18 anni e mantenimento dell’attuale assegno fino a 21 anni». Tra le proposte inoltre anche quelle riguardanti la casa. Occorre – si legge nel documento – «destinare maggiori risorse al Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa per le giovani coppie di lavoratori precari». In pratica no a nuove tasse sulla prima abitazione e zero tasse sui primi 100mila euro per il suo acquisto.

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LE ALTRE PROPOSTE

Corposo il capitolo fiscale in cui FdI proprone non solo «l’estensione della flat tax per le partite Iva fino a 100mila euro di fatturato»; e «l’introduzione della flat tax sull’incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti» ma anche la cosiddetta “pace fiscale”. E cioè il «saldo e stralcio delle cartelle fino a 3mila euro per le persone in difficoltà e, per importi superiori, pagamento dell’intera imposta maggiorata del 5% in sostituzione di sanzioni e interessi, e rateizzazione automatica in 10 anni». 
Tra le proposte trova spazio la già annunciata abolizione del reddito di cittadinanza (più volte definito «metadone di Stato» da Meloni) e anche, in vista dell’autunno, una serie di nuove direttrici per il «contrasto al Covid-19». Ad esempio la ventilazione meccanica controllata nelle scuole e negli uffici, il potenziamento dei trasporti, è infine significativa la promessa di un addio definitivo all’obbligo di vaccinazione contro il Covid-19 e quella di non reintrodurre il Green pass. 

 

 

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