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  • La partita Iva forfettaria e l’indennità di disoccupazione sono compatibili in alcuni casi: anche gli autonomi, a parità di alcune condizioni, hanno diritto alla Naspi.
  • La disoccupazione con partita Iva forfettaria viene erogata in misura ridotta in base a specifici limiti reddituali.
  • Chi ha intenzione di aprire una partita Iva forfettaria spesso richiede la Naspi anticipata per ottenere la liquidità necessaria per l’avvio della propria attività.

L’indennità di disoccupazione viene solitamente erogata ai lavoratori subordinati nei casi di licenziamento o dimissioni per giusta causa, ma talvolta anche i lavoratori autonomi e i titolari di partita Iva forfettaria possono richiedere il sussidio per un periodo limitato.

Disoccupazione e partita Iva forfettaria sono compatibili? In alcuni casi e secondo specifiche condizioni, è possibile avere entrambi. Spesso accade, inoltre, che i titolari di partita Iva forfettaria, o coloro che hanno intenzione di aprirne una, chiedano l’anticipo della Naspi in un’unica soluzione per poter avviare la nuova attività.

Bisogna tenere presente che esistono specifici limiti di redditi e requisiti da rispettare per ottenere la disoccupazione se si è autonomi e in alcuni casi può scattare anche l’obbligo di restituzione della Naspi.

Disoccupazione con partita Iva forfettaria: è possibile?

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La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (Naspi) è compatibile con il lavoro autonomo, ma con specifici limiti di reddito, regole e condizioni: ciò significa che anche una partita Iva forfettaria ha diritto alla disoccupazione, purché rientri nei limiti reddituali previsti dalla legge.

Se hai perso il lavoro subordinato per motivi che non dipendono dalla tua volontà quindi, puoi richiedere la Naspi con partita Iva forfettaria a queste condizioni:

  • hai intenzione di avviare un’attività autonoma o una ditta individuale;
  • vuoi sottoscrivere le quote di una cooperativa;
  • se stimi di percepire un reddito dall’attività autonoma inferiore a 4.800 euro annui.

La partita Iva in regime forfettario è compatibile con la Naspi, ma l’importo potrebbe essere ridotto in base al reddito da lavoro autonomo che hai conseguito. Se invece richiedi l’anticipo della Naspi puoi ottenere l’importo pieno, purché nei 2 anni successivi non venga sottoscritto un contratto di lavoro subordinato.

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Disoccupazione con partita Iva: i limiti di reddito

I titolari di partita Iva forfettaria che hanno intenzione di richiedere la disoccupazione Naspi potrebbero ricevere un importo ridotto rispetto ai lavoratori subordinati, in funzione del reddito prodotto da lavoro autonomo e conseguito nell’anno precedente la richiesta. Riassumiamo i limiti reddituali in una tabella.

Reddito da lavoro autonomo Importo Naspi
Pari a 0 euro Disoccupazione piena
Compreso tra 1 e 4.800 euro 20% dell’importo
Superiore a 4.800 euro Non si accede alla Naspi

Il lavoratore subordinato che sta beneficiando della Naspi e ha intenzione di aprire una partita Iva forfettaria, invece, dovrà indicare il reddito che presume di ricavare dalla nuova attività nel momento in cui si presenta domanda di disoccupazione all’INPS tramite la compilazione del modulo Naspi-Com

Disoccupazione con partita Iva: come calcolare l’importo

Solitamente l’importo della disoccupazione per i lavoratori subordinati si calcola seguendo questo schema:

  • considerando il 75% della retribuzione media mensile imponibile, se la stessa è inferiore o pari a 1.425,21 euro al mese;
  • superata tale cifra, al 75% di 1.425,21 euro si aggiunge un ulteriore 25% che si applica sulla differenza tra la la retribuzione media imponibile e la cifra minima.

In entrambi i casi il risultato va moltiplicato per il coefficiente 4,33. Per il 2024 l’importo massimo erogabile è pari a 1.550,42 euro.

La disoccupazione con partita Iva, come abbiamo visto, può avere un importo ridotto in funzione del reddito conseguito nell’anno precedente la richiesta. L’importo rimane invariato qualora il titolare di partita Iva abbia prodotto un reddito da lavoro autonomo pari a 0 euro nell’anno precedente alla richiesta della disoccupazione.

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Naspi anticipata con partita Iva: quando si può richiedere

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Spesso i lavoratori subordinati che percepiscono la disoccupazione e hanno intenzione di aprire una partita Iva richiedono l’anticipo della Naspi in un’unica soluzione per ottenere la liquidità necessaria per avviare la nuova attività o ditta individuale. In questo caso non è necessario rispettare i limiti di reddito descritti precedentemente.

Per richiedere l’anticipo della disoccupazione e aprire una partita Iva devi inviare la domanda all’INPS entro i 30 giorni successivi dall’apertura della stessa.

Restituzione della Naspi anticipata: quando è prevista

La restituzione della Naspi anticipata scatta invece quando un soggetto richiede la disoccupazione per l’apertura di una partita Iva e viene successivamente assunto come lavoratore subordinato prima del termine di scadenza dell’erogazione dell’indennità (solitamente 12 mesi).

L’Inps in questo caso non chiede la restituzione dell’intera somma percepita, ma soltanto gli importi non spettanti che partono dall’inizio dell’attività lavorativa alla fine dell’indennità. 

Per fare un esempio, consideriamo un lavoratore che percepisce la Naspi e richiede l’anticipo delle 12 mensilità spettanti per l’avvio di una nuova attività con partita Iva.

Se questo soggetto viene assunto contratto subordinato dopo 3 mesi (o comunque prima della scadenza delle 12 mensilità anticipate), dovrà restituire la quota di Naspi non spettante a partire dalla data di assunzione fino al termine del periodo di disoccupazione.

Chiusura partita Iva: spetta la disoccupazione?

Un altro dubbio frequente riguarda la richiesta di disoccupazione in caso di chiusura della partita Iva forfettaria: in questo caso, si ha diritto alla Naspi?

Le ditte individuali, i lavoratori autonomi o i liberi professionisti che chiudono la partita Iva non hanno diritto ad alcuna indennità di disoccupazione, in quanto quest’ultima spetta esclusivamente a lavoratori subordinati in caso di licenziamento o dimissioni per giusta causa. Tuttavia, non dobbiamo escludere a priori i titolari di partita Iva dalla possibilità di ottenere la Naspi: facciamo un esempio per chiarire la situazione.

Consideriamo un architetto titolare di partita Iva forfettaria che non riesce a sostenersi esclusivamente con il proprio lavoro autonomo e dunque accetta un contratto subordinato: qualora quest’ultimo dovesse cessare, il lavoratore potrebbe richiedere la disoccupazione anche se è titolare di partita Iva.

A prescindere dalla partita Iva, è fondamentale rispettare i termini per l’invio della richiesta all’INPS, ovvero entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro e solo in modalità telematica.

Disoccupazione con partita Iva forfettaria – Domande frequenti

Chi ha la partita Iva può percepire la disoccupazione?

Naspi e partita Iva forfettaria sono compatibili, ma a specifiche condizioni e nel rispetto dei limiti di reddito previsti per l’anno in corso. L’importo della disoccupazione si annulla quando il reddito da lavoro autonomo percepito supera i 4.800 euro.

Quando chiudo la partita Iva ho diritto alla disoccupazione?

La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI) spetta ai lavoratori subordinati in caso di licenziamento o dimissioni per giusta causa, anche se possiedono o hanno intenzione di aprire la partita Iva per avviare una nuova attività, purché rispettino i limiti reddituali. La chiusura della partita Iva non dà diritto alla disoccupazione.

Come farsi anticipare tutta la Naspi?

Per richiedere la NASpI anticipata, puoi presentare domanda online o tramite contact center, patronati e intermediari dell’INPS. La domanda deve essere inoltrata entro 30 giorni dall’inizio della nuova attività.

 

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