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In Italia, la questione dello stipendio minimo pignorabile ha suscitato dibattiti e richiesto l’intervento delle aule di giustizia, inclusa la Corte Costituzionale.

Per determinare l’importo massimo pignorabile si considera lo stipendio netto del lavoratore, escludendo eventuali cessioni volontarie come le cessioni del quinto dello stipendio già effettuate dal debitore.

Stipendio, quanto può essere pignorato? (NewSicily.it)

È importante notare che generalmente non possono coesistere due pignoramenti contemporaneamente sullo stesso salario; tuttavia, eccezionalmente ciò può accadere qualora i debiti appartengano a categorie diverse (per esempio debiti alimentari o imposte) senza ridurre lo stipendio al di sotto della metà dopo le trattenute.

Quest’ultima è stata chiamata a pronunciarsi sulla possibile estensione della tutela del “minimo vitale”, prevista per le pensioni, anche alle retribuzioni da lavoro dipendente.

Ma cosa dice esattamente la legge in merito? E in quali casi specifici non è possibile procedere al pignoramento della busta paga? Scopriamolo insieme.

Stipendio minimo pignorabile: una guida completa

La normativa vigente stabilisce che lo stipendio può essere soggetto a pignoramento solo in misura limitata. In particolare, non è ammesso un prelievo superiore al 20% dell’importo netto percevito dal lavoratore, indipendentemente dal numero dei creditori coinvolti. Tuttavia, se il creditore è l’Agenzia Entrate Riscossione per mancati pagamenti di cartelle esattoriali, i limiti si riducono ulteriormente: fino a un decimo per stipendi non superiori ai 2.500 euro; un settimo tra 2.501 e 5.000 euro; e rimane un quinto oltre i 5.000 euro.

A differenza delle pensioni per cui è previsto un minimo impignorabile stabilito dalla legge (il doppio dell’assegno sociale INPS), tale tutela non si estende agli stipendi dei lavoratori dipendenti. La Corte Costituzionale ha giustificato questa differenziazione con la maggiore vulnerabilità degli anziani rispetto ai lavoratori attivi.

Pignorare lo stipendio (NewSicily.it)

Quando il pignoramento dello stipendio avviene direttamente sul conto bancario del debitore, sono impignorabili solo le somme eccedenti il triplo dell’assegno sociale INPS già accreditate sul conto corrente del lavoratore.

Non vi è una soglia minima assoluta sotto la quale lo stipendio sia immune da possibili azioni esecutive da parte dei creditori; ogni importo può teoricamente essere soggetto a prelievo forzoso nella misura proporzionata stabilita dalla legge (il 20%).

Solo per tasse e sanzioni vi è una soglia sotto la quale il prelievo forzoso non viene applicato: importi inferiori ai 30 euro.

Nonostante gli ampi margini concessi dalla normativa vigente sui processuali di recupero creditizio tramite prelievo forzoso su salario o pensione, vi sono circostanze ben definite nelle quali il legislatore salvaguarda completamente o parzialmente l’intangibilità dello stesso: ad esempio quando su uno stesso salario pesano già altri obblighi derivanti da precedenti azioni creditorie soddisfatte o in via di soddisfacimento.

 

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