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Mancano poche ore alla chiusura della campagna elettorale sarda. Per sostenere Truzzu ieri sono arrivati in Sardegna Meloni, Salvini e Tajani insieme. Invece per Todde sono arrivati separatamente Schlein e Conte. E poi c’è lei, Renato Soru. Come ha vissuto la discesa in Sardegna di questi leader?
È una prevaricazione, un abuso, una mancanza di rispetto verso la democrazia. I sardi devono essere lasciati in pace, dobbiamo immaginare una prospettiva nuova e un futuro nell’Europa che cambia. Avremmo dovuto confrontarci tra di noi con i programmi invece, a sfregio di tutto ciò, arriva una fiumana di gente per dire banalità. Raccontano fandonie e fanno rumore, tolgono l’attenzione su un momento importante.

Si riferisce in particolare al comizio di Truzzu di ieri a Cagliari?
Per la destra abbiamo visto davvero una bulimia di potere. Leader e leaderetti di tutti i tipi. Mentre dall’altra parte si è presentato quello che rimane del centrosinistra. Abbiamo visto Schlein, Cuperlo, Bersani, hanno recuperato Vendola. Hanno recuperato tutto quello che si poteva recuperare in modo imbarazzante.

E poi c’è Conte.
Todde si è nascosta per tre giorni alle sue spalle. Conte è venuto a fare il simpatico, a suonare la chitarra. Ha detto banalità sulle cozze e la bottarga, vuole dirci chi siamo e cosa dobbiamo fare. Sa tutto Conte, più di noi sardi. Todde si è sentita protetta dal padrino romano.

In questi casi, con due candidati diversi dell’area di centrosinistra, si parla di voto utile con lei che sottrae elettori a Todde.
Faccio un ragionamento diverso. Todde non è del centrosinistra e Conte ha detto che il campo largo non esiste. Sono ancora al “vaffa” di venti anni fa. Dicono che in Sardegna c’è un esperimento politico del centrosinistra, di Pd e M5s. È un esperimento fallito nelle parole di Conte. La destra è unita mentre qui ognuno fa campagna elettorale per le europee. Conte e Schlein non vengono insieme, sanno che hanno perso. Altro che voto utile.

Quindi il campo largo del centrosinistra non si realizzerà in Sardegna?
L’esperimento è fallito, non esiste. Oggi sono crollati nei consensi, l’unico voto per battere la destra è quello per me. È doppiamente utile, il voto in mio favore è un voto utile e alternativo alla destra. 

Parliamo della sua coalizione. Ha costruito un’alleanza mettendo insieme forze atlantiste, come Azione e +Europa, con forze anti-Nato, come Rifondazione Comunista e gli indipendentisti. Qual è la sua posizione rispetto all’Alleanza atlantica?
Io sono interessato alla Sardegna. Non mi farebbe questa domanda se fossi per esempio candidato come sindaco di Cagliari. Io non faccio politica estera o politiche di difesa. Con gli indipendentisti e Rifondazione Comunista siamo d’accordo sui principi di uguaglianza, sulla necessità di evitare nuove servitù in Sardegna, sulla diminuzione dei poligoni militari nell’isola. Non vogliamo speculazioni esterne che alla Sardegna non lasciano nulla. Con gli alleati ci ritroviamo insieme anche sull’idea dell’inclusione, che non è l’assistenzialismo del reddito di cittadinanza.

Cosa non la convince del reddito di cittadinanza?
È una misura che somministra utilmente le risorse ma che non riporta le persone alla dignità del lavoro. E poi abbiamo bisogno di un investimento per la scuola che riporti l’istruzione sarda allo stesso livello delle altre regioni.

Torniamo alla sua lista. Il secondo punto divisivo riguarda l’energia e i parchi eolici. C’è chi è a favore di questi impianti nel territorio sardo e chi no. O addirittura c’è chi, come Azione, a livello nazionale, propone il nucleare di nuova generazione. Qual è la sua posizione personale sul tema energetico?
Noi vogliamo tutti la transizione energetica in Sardegna, nel più breve tempo possibile. E nessun posto di lavoro deve andare perso nella transizione energetica. Poi ci sono le speculazioni esterne, con le aziende che installano i parchi eolici senza lasciare un posto di lavoro. Questo non è accettabile. La transizione deve essere a beneficio nostro, per abbattere le bollette dei sardi.

Passiamo al turismo. L’isola non può vivere solo di stagioni estive o di Costa Smeralda. Quale è la sua ricetta?
L’isola non può vivere solo di turismo come qualcuno vuole farci credere. Infatti il contributo economico derivante dalle industrie è sceso sotto al 10% in Sardegna, dobbiamo recuperare la manifattura e i servizi digitali. Dobbiamo far crescere l’agricoltura verde, dal campo alla forchetta, meno intensiva e più di qualità. Poi c’è il turismo, non solo balneare, che deve crescere. Non basta quel turismo che dura un istante, con il sovraffollamento, e poi lascia le strutture deserte per il resto dell’anno. Dobbiamo pensare al turismo culturale, ambientale e gastronomico. Persino al turismo religioso. Oppure investire sul turismo dei lavoratori.

Si spieghi.
In Sardegna stanno arrivando persone che lavorano per società distanti dall’isola. E anche molti sardi stanno tornando qui grazie alle nuove modalità di lavoro. Dobbiamo mettere da parte gli stregoni che hanno inventato strane formule di continuità territoriali e di voli low cost. La continuità territoriale deve arrivare ad altre città, non solo Roma e Milano, con prezzi bassi per i residenti e un prezzo controllato per i non residenti. Con le regole europee c’è la possibilità di estendere la continuità territoriale anche alle capitali d’Europa, oltre che con altre città italiane.

Siamo tornati al turismo. Molte persone si lamentano appunto dei costi di aerei e traghetti, ma soprattutto delle strade sarde. Lei conosce bene la Costa Verde del sud Sardegna dove, per esempio, il manto stradale è davvero disastrato.
È vero, non riusciamo a terminare i lavori sulle strade, come sta accadendo per la 131 (che collega Cagliari a Sassari, la più importante arteria sarda, ndr) da 15 anni nonostante Solinas (governatore uscente, ndr) sia stato assessore ai trasporti con Cappellacci nel 2011. Non ha saputo svolgere il suo ruolo adeguatamente. E ho una critica netta contro l’Anas.

Prego.
L’Anas usa risorse sarde per portare avanti opere stradali che in alcuni punti sono irrazionali come progettazioni. E non porta a termine i lavori, i costi lievitano. Non ci sono comportamenti trasparenti e quindi il ruolo dell’Anas deve essere svolto direttamente dalla regione secondo me.

Togliamoci un altro dubbio. Si è discusso molto negli ultimi mesi di sua figlia, Camilla, che si è candidata con Todde e il centrosinistra.
Passiamo alla prossima domanda. I pettegolezzi sono già stati fatti.

Lei ha contribuito alla fondazione del Partito Democratico nel 2007. E nel 2009, quando in Sardegna vinse Cappellacci con Forza Italia e lei fu sconfitto, il segretario dem Veltroni si dimise. Se Todde perde, Schlein si deve dimettere?
Questo lo chieda a lei. Non mi interessa.

 

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