X-Applied: è già tutto nel nome. Il Ceo e co-founder di questa nuova società, Ilan Misano – classe 1995, già manager dell’acceleratore di startup di Google Israel – lo dice chiaramente: “Io e il mio team volevamo creare un hub di innovazione e di sviluppo per la tecnologia avanzata applicata: in Italia quello di innovare rimane spesso solo un obiettivo, una visione, ma con questo nuovo progetto cerchiamo di risolvere proprio la mancanza di applicazione tecnologica nel nostro Paese”.
La società, tutta italiana, nasce poco tempo fa e Fortune Italia ne racconta obiettivi e idee per la prima volta. “La cosa bella del nostro team – spiega Misano – è che è fatto di persone con esperienze diverse e questo mix di competenze ci fa avere appeal sul mercato”. E infatti, i soci del founder provengono da vari settori, che vanno dal mondo dell’industria e della finanza a quello della diplomazia. Si tratta di: Gaia Molco, cofounder della società e co-presidente della Camera di Commercio Israel-Italia; Daniel Coen, altro co-founder con esperienze internazionali nell’ambito della consulenza strategica e della tecnologia; Ronni Benatoff, imprenditore con esperienza nei settori del venture capital, delle rinnovabili e dell’industria alimentare, con posizioni importanti nel mondo camerale tra cui quella di vicepresidente di Assocamerestero.
Ma di cosa si occupa X-Applied? “Le nostre verticali sono intelligenza artificiale, soprattutto generativa, salute e cloud”, riassume il founder. “Nonostante siamo una società molto giovane, lavoriamo già con clienti importanti, sia nel pubblico che nel privato: i nostri servizi, infatti, sono molto richiesti”, aggiunge. Andando più nello specifico, Misano racconta della collaborazione a un progetto Pnc Pnrr: “Stiamo lavorando per la pubblica amministrazione con il network PerfeTTO, che conta 54 associati e mira a sviluppare le attività di trasferimento tecnologico (Technology Transfer Office o TTO, ndr) in ambito Life Science e a favorire la creazione di nuove imprese innovative”. E poi c’è il cloud che, come sottolinea il giovane Ceo, interessa sempre più aziende: “Si sta passando dall’avere dei server a pagare un servizio per l’archiviazione dei dati e la potenza computazionale, soprattutto nell’era della intelligenza artificiale, il punto è che si tratta di un servizio a consumo i cui costi, per le imprese italiane, sono in costante aumento”. Ed è qui che entra in gioco X-Applied: “Quello che facciamo è guardare all’ecosistema globale dell’innovazione, quindi a Stati Uniti e Israele principalmente, dove si sta sviluppando una disciplina di gestione finanziaria del cloud chiamata FinOps. La nostra società è in grado di andare dalle aziende e proporre un piano personalizzato, cioè diciamo esattamente cosa fare per abbassare i costi annuali del cloud in media del 40%, in modo molto pragmatico. La cosa bella di tutto questo è che i risultati sono misurabili”.
Anche sull’intelligenza artificiale, quello di X-Applied – sempre a detta del suo fondatore – è un approccio concreto. “Sull’AI c’è molto hype e infatti solo una piccola percentuale delle aziende, in Italia, riesce a utilizzarla in modo efficiente. L’allenamento dell’AI generativa con i dati di un’azienda specifica è un altro grande need del panorama italiano, a cui stiamo lavorando offrendo servizi specialmente nel mondo del customer support. Abbiamo sviluppato uno strumento che permette di allenare un cervello virtuale, quindi un’AI generativa con i dati di un certo cliente. Questo permette di ridurre i tempi di gestione di ticket complessi dell’80%, non sostituendo i dipendenti ma supportandoli”.
Secondo Misano l’Italia ha un grande potenziale per tutto ciò che riguarda l’innovazione, potenziale che però rimane ancora inespresso. Riferendosi alla sua esperienza a Tel Aviv, dove ha frequentato il Technion per poi arrivare a dirigere l’acceleratore di startup di Google Israel – con 40 startup accelerate, 8 delle quali diventate unicorni – spiega: “Per dare un po’ di numeri, anche dopo il 7 ottobre, oltre la metà dell’export israeliano viene dal settore hi-tech, mentre in Italia siamo lontanissimi da queste cifre. La nostra società vorrebbe provare a risolvere questa mancanza di applicazione nell’ambito della tecnologia avanzata, andando a vedere quello che esiste nel mondo, tra le metodologie più innovative, per poi applicarlo effettivamente al contesto italiano”.
Per concludere, dunque, non resta che provare a definire, con il founder di X-Applied, il senso della parola ‘innovazione’. “Secondo me l’innovazione vera è ciò che può essere poi misurato in numeri. È importante che qualsiasi progetto che voglia dirsi innovativo sia sempre misurabile: tutto deve potersi trasformare in cifre. Prima di avviare qualsiasi tipo di attività bisogna avere in mente quali parametri andare a impattare, quali numeri cambiare. E questo è il nostro motto, far sì che l’innovazione sia sempre applicata e misurabile”.
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