Le camere magmatiche sono degli straordinari serbatoi di energia. In Islanda, isola di vulcani, si punta a produrre elettricità partendo proprio da qui, con un sistema che potrebbe essere dieci volte più potente dello sfruttamento geotermico tradizionale. Ne è convinta Landsvirkjun, la società energetica nazionale, che assieme al ministero islandese dell’ambiente, dell’energia e del clima è impegnata nel progetto del Krafla Magma Testbed (Kmt) per accelerare sulla ricerca e sulle trivellazioni esplorative nel vulcano Krafla.
Per quasi mezzo secolo, ricorda l’emittente Ruv, Landsvirkjun ha generato elettricità dal vapore geotermico bollente del vulcano, a nord-est del lago Mvatn. La centrale elettrica di Krafla si trova a due passi dalla lava che scorreva durante l’eruzione del Krafla, ed è stato chiaro fin dall’inizio, come osserva Bjarni Pálsson, direttore dello sviluppo geotermico di Landsvirkjun, che il sistema geotermico e il vulcano sono strettamente collegati.
Kmt è un’iniziativa internazionale pionieristica volta a studiare il magma per la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico, con l’obiettivo di sfruttare il potenziale dell’energia del vicino magma e sviluppare tecnologie geotermiche super-calde di prossima generazione, posizionando l’Islanda come leader globale in questo campo emergente.
In questo punto dell’isola, a 2,1 km di profondità si possono incontrare le camere magmatiche. Il progetto mira a rivoluzionare il modo in cui vengono utilizzati i sistemi geotermici attingendo al calore estremo vicino al magma. Questa ricerca all’avanguardia potrebbe migliorare significativamente l’estrazione di energia geotermica, creando nuovi percorsi per una produzione energetica più pulita ed efficiente su scala globale. Il progetto cerca anche di migliorare il monitoraggio vulcanico e fornire approfondimenti sul comportamento del magma.
Ci sono ancora molti ostacoli sulla strada per poter utilizzare l’energia appena sopra le camere magmatiche. È necessario progettare dispositivi specifici in grado di resistere alla pressione e al calore e di localizzare le camere magmatiche con notevole precisione. Björn ór Gumundsson, ceo di Krafla Magma Testbed, afferma che parte della ricerca consiste nello sviluppare trivellazioni e attrezzature in grado di resistere a queste condizioni. Il progetto ha attirato l’attenzione internazionale e ora si sta esaminando se le camere magmatiche possano essere la chiave per una produzione energetica sostenibile in futuro.
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