Torino e l’area metropolitana si preparano a uno stop forzato dei motori diesel. Dal 16 al 18 novembre, dalle 8 alle 19, sarà attivo il cosiddetto “semaforo arancione”: una misura d’emergenza per limitare la circolazione dei veicoli più inquinanti e contenere i livelli di PM10, particolato fine dannoso per la salute.
La decisione arriva dopo l’allarme lanciato da ARPA Piemonte, che ha registrato per tre giorni consecutivi il superamento dei limiti consentiti di particolato. “È una questione di salute pubblica”, dichiarano gli esperti, evidenziando i rischi di lungo termine per i cittadini esposti a questi inquinanti: problemi respiratori, malattie cardiovascolari e, nei casi più gravi, aumento della mortalità prematura.
Il blocco riguarderà 33 comuni dell’area metropolitana torinese: Torino, Settimo Torinese, Collegno, Moncalieri, Venaria Reale, Grugliasco, Rivoli, San Mauro Torinese, Nichelino, Chieri, Piossasco, Beinasco, Orbassano, Leinì, Alpignano, Druento, Caselle Torinese, Trofarello, Pecetto Torinese, Baldissero Torinese, Pino Torinese, Pianezza, Carignano, Cambiano, Mappano, Volpiano, Candiolo, La Loggia, Piobesi Torinese, Borgaro Torinese, Santena, Vinovo.
Dalle 8 alle 19, sarà vietata la circolazione dei veicoli diesel Euro 3, Euro 4 ed Euro 5, sia per il trasporto di persone che di merci. Una nota importante riguarda i veicoli dotati di dispositivi “Move In”, che generalmente consentono la circolazione limitata anche in periodi di allerta ambientale: in questo caso, saranno anch’essi sottoposti alle restrizioni.
Mentre le istituzioni chiedono sacrifici alla popolazione, non mancano le critiche. Per molti torinesi, le limitazioni rischiano di tradursi in disagi quotidiani, costringendo a ripensare spostamenti e abitudini consolidate. I mezzi pubblici e il car sharing potrebbero rappresentare un’alternativa, ma resta il problema dell’insufficienza di infrastrutture adeguate, in particolare nelle aree meno centrali.
Torino sta provando a promuovere iniziative di mobilità sostenibile: 250 scooter elettrici sono stati messi a disposizione per lo sharing, e le agevolazioni sul trasporto pubblico mirano a incentivare l’abbandono dei mezzi privati. Tuttavia, il timore diffuso è che queste misure rappresentino poco più che un palliativo.
Il blocco temporaneo apre un dibattito più ampio: quanto sono davvero efficaci le limitazioni di breve periodo? Mentre il settore automobilistico evolve verso motori meno inquinanti, Torino si trova a fronteggiare un problema ambientale strutturale che richiede interventi più incisivi.
“Non possiamo continuare a trattare l’inquinamento atmosferico come un’emergenza occasionale”, avverte un rappresentante di Legambiente Piemonte.
La città è ancora lontana dagli standard europei di qualità dell’aria e paga il prezzo di anni di pianificazione urbana carente.
Per ora, il blocco dei diesel è una misura temporanea, ma inevitabilmente si intreccia con le sfide di lungo periodo: la transizione verso una mobilità a basso impatto ambientale. Serviranno investimenti significativi, incentivi mirati e soprattutto una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini. Torino ha davanti a sé una strada lunga e in salita, ma con decisioni coraggiose e una visione sostenibile potrebbe diventare un esempio virtuoso per altre metropoli italiane.
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