Nonostante, il libero mercato, nonostante le flat tax su locazioni a libero mercato e b&b, nonché per affitti agevolati, insomma nonostante una deregolamentazione del mercato avvenuta nel 1998 con la legge di riforma delle locazioni 431, con la quale si abbandonava definitivamente l’equo canone, e si proponeva la bizzarria di due canali contrattuali nella stessa legge: quello a libero mercato e quello a canale concordato, in Italia ogni volta che la Guardia di Finanza avvia una indagine si riscontra sempre un alto livello di case affittate in nero.
Come è avvenuto recentemente in Trentino dove la Guardia di Finanza di Trento ha individuato 25 persone che non hanno mai dichiarato i redditi legati all’affitto di immobili nelle Valli Giudicarie. L’operazione, della GdF, durata più quasi un anno e mezzo, ha accertato un’evasione fiscale superiore a 330.000 euro.
L’indagine, in particolare dei Finanzieri della Tenenza di Tione, è partita da elementi informativi raccolti grazie a una efficace attività di monitoraggio economico del territorio, combinata con l’analisi di siti specializzati in affitti e di annunci online pubblicati da privati.
L’attività di controllo si è rivolta verso le tipologie di contratti a più alto rischio fiscale, incentrandosi su due aree principali: gli affitti di immobili a uso abitativo, in particolare quelle destinate a lavoratori in mobilità, fuori sede, quali docenti e stagionali, nonché sulle proposte di affitti a uso turistico, data la forte attrattiva turistica delle Giudicarie.
Tra il maggio 2023 e l’ottobre 2024, le Fiamme Gialle hanno identificato ben 25 privati, non imprenditori, che non avevano dichiarato al fisco i redditi da locazione per gli anni d’imposta dal 2018 al 2023.
Riscontrate anche irregolarità relative al mancato pagamento di imposte di registro e tasse di soggiorno per un totale di 3.406 euro, oltre a sanzioni di 2.060 euro per la mancata comunicazione della cessione di fabbricato.
L’indagine, come se non bastasse quanto riscontrato in materia di locazioni, ha portato alla scoperta di due immobili che, dopo essere stati ristrutturati e suddivisi in due unità abitative indipendenti, non erano stati regolarmente accatastati e venivano sistematicamente affittati senza contratto. Per questa ultima scoperta è stata inviata una segnalazione all’Ufficio del Catasto.
Il numero di casi di affitti in nero, in Trentino ma anche nel resto d’Italia, mette in luce un fenomeno grave, ma è la conferma, che nel nostro Paese si evidenzia un mercato immobiliare residenziale distorto dove, famiglie, studenti fuori, lavoratori e lavoratrici, in particolare quelli con lavoro povero e contratti precari, fanno fatica a trovare risposte al proprio fabbisogno abitativo.
Si evidenzia così che gli inquilini coinvolti nel mercato nero non hanno, evidentemente, trovato risposte nel mercato immobiliare regolare.
Quanto accertato dalla Guardia di Finanza trentina solleva ancora una volta la questione delle problematiche legate ad una delle grandi emergenze, tanto grande quanto sottaciuta: quella dell’affitto, che non riguarda solo i costi, oggettivamente fuori dalla sostenibilità per molti nuclei familiari, ma anche la possibilità di disporre di case in un contesto di regolarità e di garanzie.
Molti preferiscono affittare a scopo turistico perché più remunerativo o tenere gli appartamenti sfitti, oppure affittare in nero, sicuri, in questo ultimo caso, del fatto che difficilmente saranno scovati, salvo nelle rare occasioni in cui la Guardia di Finanza apre una inchiesta.
Questo contesto fa da sfondo al lievitare gli affitti perché la domanda, oggi composta da poveri o da famiglie con redditi medio bassi o derivanti da lavoro precario, non trova risposta nell’offerta.
Servirebbe che la Guardia di Finanza a livello nazionale e uniformemente su tutto il territorio nazionale effettuasse controlli a tappeto ma servirebbe anche che la questione abitativa entri realmente nell’agenda politica nazionale e locale e non sia relegata a questione di cronaca una tantum.
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