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Mutui: tassi in calo dell’1% in meno di un anno, e la discesa non è finita #finsubito prestito immediato


Un punto percentuale in meno in un anno. A tanto ammonta il calo del tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni secondo l’Associazione bancaria italiana, Abi, nel rapporto mensile.

Mutui: comprare casa costa meno

In pratica, nel mese di ottobre si è passati al 3,28%, rispetto al 3,31% di settembre 2024 e in calo rispetto al 4,42% di dicembre 2023. Un trend che rispecchia il taglio dei tassi della BCE e che, secondo le stime ABI, dovrebbe scendere ulteriormente per il calo del costo del denaro atteso nei prossimi mesi.

“Come dice n volte il presidente Christine Lagarde loro si basano sulle informazioni dei dati più recenti e la tendenza che stiamo registrando” sui dati “fa presumere che anche a dicembre ci possa  essere un ulteriore taglio dei tassi”, afferma in conference call con il vice direttore generale vicario Abi, Gianfranco Torriero rispondendo ad una domanda in merito. “Sicuramente è auspicabile”, sottolinea perché “è fondamentale per dare certezza sui costi prospettici per chi vuole investire“.

In flessione anche i tassi sui prestiti alle imprese sono in calo. Il tasso medio è passato dal 5,45% di dicembre 2023 al 4,60% di ottobre 2024, con una riduzione significativa di 30 punti base rispetto a settembre.

Complessivamente – rileva l’ABI – in ottobre si è verificato un calo dei volumi di credito, frutto del rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti: ad ottobre 2024, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 2,0% rispetto a un anno prima; a settembre 2024 i prestiti alle imprese erano diminuiti del 2,4% e quelli alle famiglie dello 0,4%.

Raccolta bancaria

Sul fronte della raccolta bancaria, il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) ad ottobre 2024 è stato il 3,14%. A settembre 2024 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,35%; area dell’euro 3,17%). Rispetto a giugno 2022, (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi BCE) quando il tasso era dello 0,29%, l’incremento è stato di 285 punti base.

Investimenti

Ha segnato un calo anche il tasso dei BOT a sei mesi, in media del 2,95% (2,99% a ottobre) in calo di 4 punti base. Il calo è stato di 110 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023. Al contrario, il tasso dei BTP a 10 anni è stato in media del 3,66% (3,51% ad ottobre) in aumento di 15 punti base. La diminuzione è di 133 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso ad ottobre 2024 è stato il 3,83%, con un incremento di 252 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%.

Ad ottobre 2024 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato lo 0,96% (0,99% nel mese precedente; 0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente è lo 0,48% (0,52% nel mese precedente; 0,02% a giugno 2022), tenendo presente che il conto corrente non ha la funzione di investimento e permette di utilizzare una moltitudine di servizi.

La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di circa 208 miliardi tra settembre 2023 e settembre 2024 (84,4 miliardi famiglie, 15,4 miliardi imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione). Ad ottobre 2024 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno fa dell’8,7% (+9,6% nel mese precedente).

I soli depositi, nelle varie forme, ad ottobre 2024 sono cresciuti del 2,4% su base annua (+0,5% il mese precedente). La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) ad ottobre 2024 è risultata in aumento del 3,2% su base annua, proseguendo la dinamica positiva registrata da inizio anno (+1,6% a settembre 2024).

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Crediti deteriorati

Segno meno anche per i  crediti deteriorati netti (cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche), che a settembre sono diminuiti a 30,9 miliardi di euro, da 31,9 miliardi di giugno 2024 (30,5 miliardi a dicembre 2023). Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di 165 miliardi. A settembre 2024 i crediti deteriorati netti rappresentano l’1,49% dei crediti totali. A giugno 2024, tale rapporto era l’1,51% (1,41% a dicembre 2023; 9,8% nel 2015).

 



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